01
ago

Un gatto, curioso, silenzioso e sempre in movimento

Monica Diari, architetto sulla carta, visualizer e graphic recorder nella realtà.

Tre figli. Sempre in bicicletta. Molte matite e fogli sparsi ovunque.

Un pregio e un difetto: ho una vita sempre in movimento… e non ho ancora capito se sia un pregio o un difetto. Data questa premessa sono necessariamente molto concreta nel mio lavoro e cerco di arrivare subito al dunque evitando perditempi.

Una passione. La montagna e la sua aria pura, le stagioni, viaggiare per il mondo mescolandomi coi colori che incontro. Taglio e cucio creando vestiti: si tratta di capi unici dove si mescolano stile e fantasia. Nonostante non abbia una figlia femmina.

In principio… Al liceo ho conosciuto l’arte fatta sporcandomi le mani, con la fantasia, la spensieratezza e l’entusiasmo. All’università ho affrontato progetti ragionando con numeri, geometrie e senso pratico. Lavorando come graphic recorder non ho ancora smesso di studiare e naturalmente faccio uso a mani basse dell’informatica senza peraltro farne una malattia dato che il primo amore non si scorda mai. L’entusiasmo c’è sempre.

I primi lavori. La mia strada mi ha portato alla comunicazione territoriale occupandomi di cantieri evento e gestione di campagne di comunicazione rivolte ai cittadini sulle trasformazioni territoriali. In altre parole facevo da tramite tra il disagio che provoca un cantiere aperto ed il progetto che ci sta dietro. Credo molto nell’importanza del coinvolgimento dei cittadini nelle opere pubbliche che si può portare avanti grazie ad un’informazione corretta e di qualità.

Il lavoro quotidiano. Ovverosia la facilitazione visuale che è il ponte tra il linguaggio degli adulti e gli adulti quando erano bambini. Con gli sketch e le animazioni fatte in diretta si raggiunge tutti in modo immediato e univoco. Questo non significa banalizzare i problemi, tutt’altro, questo è il dono della sintesi e della semplificazione. Gli sketch, nella loro semplicità, portano una ventata d’aria fresca come quando si pedala ossigenandosi la mente. E si vede tutto in modo più chiaro.

Come sono: come un gatto, curioso, silenzioso e sempre in movimento. Con il sorriso sulle labbra affronto la vita… per me il bicchiere è sempre mezzo pieno! Riesco a trovare sempre il lato positivo anche nei momenti di difficoltà. E poi sono sempre entusiasta quando si tratta di affrontare qualcosa di nuovo.

Perché in forme connesse? Mi piace vedere tante teste che pensano insieme, mi piace la sinergia che si crea nel gruppo ad ogni nuovo progetto. Per questo mi piace formeconnesse, perché alla fine di ogni lavoro ognuno si arricchisce con qualcosa che arriva dagli altri.

 

 

Oggi Monica e Sara hanno fondato VISUALSTORIES insieme ad altri facilitatori visuali.

 

Comments ( 0 )

    Leave A Comment

    Your email address will not be published. Required fields are marked *